"Sindaco noi trattati da ospiti in casa nostra"

TERAMO – Parole dure e forti perplessità esprime il consigliere comunale Silvio Antonini (Città di virtù) intervenuto sulla sanità teramana in una lettera aperta indirizzata al sindaco Maurizio Brucchi, affinché sottoponga le perplessità al governatore Gianni Chiodi. Antonini parla di “scelte scellerate” bipartisan quando rileva che la sanità a Teramo è stata affidata prima a un direttore generale romagnolo, Mario Molinari, e adesso al manager Giustino Varrassi, aquilano. “Possibile che non ci sia un professionista in provincia di Teramo iscritto nell’albo di direttori generali in grado di ricoprire questo ruolo? Un teramano – si legge nella lettera di Antonini – non avrebbe avuto la possibilità di amministrare meglio grazie alla conoscenza della realtà locale, degli operatori, dei cittadini avendo più a cuore il benessere della comunità?”. Il consigliere parla ancora di “saccheggio delle professionalità” a proposito dell’arrivo dei numerosi universitari aquilani “ai quali si stendono tappeti rossi” mentre lo stesso riguardo non verrebbe utilizzato per i professionisti teramani “prepotentemente prevaricati” dai colleghi del capoluogo di regione. Antonini, nel sollecitare la necessità di avere un nuovo assessore alla sanità, chiede al sindaco di difendere gli interessi dei suoi cittadini e di intervenire presso Chiodi affinché tuteli le professionalità irrise da “ospiti in terra teramana”. “In relazione all’atto aziendale della Asl – si legge nella lettera aperta – ho raccolto numerose lamentele degli operatori sanitari, poiché al riguardo, pur essendo stato condiviso da politici, sindacati e operatori in genere, a nessuno è stato permesso di apportare sostanziali variazioni che meglio avrebbero garantito la tutela della salute dei cittadini”. “Righe senza colore politico – conclude la riflessione di Antonimi – ma che hanno il solo obiettivo di tutelare la sanità del territorio e mettere in evidenza il disagio dei numerosi operatori che gli esponenti dell’amministrazione sono tenuti a rappresentare”.